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Back to work 2017, beyond advertising

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di Pasquale Borriello

12 gennaio 2017

inbound marketing

Sono tornati proprio tutti al lavoro ed è lontano il Natale. Ma forse faccio ancora in tempo per un augurio per l'anno che verrà. Provando a restare nel nostro ambito di competenza: il marketing e la comunicazione.

E allora in cima a tutti gli auguri possibili, ne metto uno che sembra provocatorio, soprattutto per chi come me lavora in un'agenzia.

"Auguro che possiamo tutti fare un po' di più a meno dell'advertising, anche di quella digital."Non dobbiamo evitarla, schivarla, dobbiamo proprio andare oltre le meccaniche e i linguaggi pubblicitari. Beyond advertising.

L'anno scorso del resto non è stato dei più fortunati, e non è stata sufficiente la crescita dei formati cosiddetti "native". Facebook ha avuto problemini con la storia delle video views. C'è stata la più grande frode di tutti i tempi ai danni dei sistemi di programmatic buying. Una piattaforma di contenuti – Medium – tra le più promettenti ha dichiarato che il business dell'advertising è fallito ed ha mandato a casa un terzo dei dipendenti. Il mercato Italiano ha tenuto ma la qualità complessiva dell'advertising digitale è stata messa a dura prova dalla miriade di siti di click-baiting e notizie fake. Nell'anno della post-verità non poteva essere diversamente: gli editori soffrono in termini di utenti e a pagarne le conseguenze è anche – in parte – il mercato pubblicitario. Continua a crescere, non vogliono essere frainteso, ma paga soprattutto in termini di mancate opportunità – il solo fenomeno adblock significa mancati introiti per qualcosa come 24 miliardi di dollari l'anno.

Ma allora, perché ci ostiniamo a confezionare campagne adv? Andiamo oltre. Inventiamoci nuove soluzioni creative davvero in linea con i bisogni del pubblico.

Gli utenti ce lo stanno chiedendo, installando adblocker e premiando il content marketing. I soliti hacker russi ce lo stanno imponendo con la forza, perché ogni anno il danno all'industria dell'advertising digitale ammonta a circa 8 miliardi di dollari (soltanto in USA).

Per le agenzie, è giunto il momento di andare oltre e passare da una comunicazione outbound (push) ad una comunicazione inbound (pull). Niente di nuovo, ma facciamolo sul serio per una volta.

E resistiamo alla tentazione dei banner in programmatic almeno per un po'.

Muoviamoci. Beyond advertising, ma che non sia pubblicità ingannevole o travestita. E che non sia soltanto branded content. Proviamo a concentrarci sulla user experience. E per tutte le aziende, proviamo a concentrarci sul prodotto o sul servizio. Prendiamo ispirazione da Amazon.

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Pasquale Borriello

12 gennaio 2017



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Pasquale Borriello

12 gennaio 2017

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Pasquale Borriello

12 gennaio 2017