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The stream of the Arkage

Quali video funzionano meglio nell’era post-digital?

Picture of Andrea Ciulu

di Andrea Ciulu

28 febbraio 2017

video post-digital micro moments video strategy

Il video è diventato, negli ultimi anni, il formato preferito da aziende e agenzie: piace al pubblico, è premiato dalle piattaforme social, stimola le interazioni. Il proliferare dei video rende però sempre più difficile ottenere una reale attenzione ed è complicato capire quali video funzionino davvero.

Un video che interrompe non ha più senso

A nessuno piace un video che interrompe la visita a un sito o che ritarda il caricamento di un altro video (quello che veramente vogliamo guardare). A confermare questa sensazione condivisa un po’ da tutti arriva l’annuncio - da parte di YouTube - che entro il 2017 sarà ritirato il formato video da 30 secondi non skippabile. Quello, per intenderci, che vi fa tirare pugni al tavolo dalla frustrazione.

L’interruzione - una modalità push che ereditiamo dal vecchio mondo della televisione lineare - oggi non ha più senso. Non solo perché siamo abituati a muoverci liberamente tra i contenuti, ma anche perché spesso la nostra navigazione è spezzettata in micro-momenti (mentre aspettiamo l’autobus, mentre siamo in fila alla cassa, durante la pubblicità in TV) e non vogliamo perdere tempo a guardare 30 secondi di pubblicità. Il video - che sia informativo, ispirazionale, divertente - deve incastrarsi alla perfezione nei tempi e nelle esigenze del pubblico.

Pensa il video in base ai momenti, non ai canali

Come ogni strumento di marketing, anche il video deve aggiornarsi allo scenario post-digital, in cui online e offline non sono più categorie utili. La distinzione classica tra “spot” e “video web”, basata sul canale di diffusione, non ci porta molto lontano.

È molto più utile, invece, provare a immaginare cosa sta facendo l’utente quando viene raggiunto dal nostro video. Sta cercando casa? Sta comprando dei pannolini online? Sta pianificando le ferie di Agosto di nascosto dal capo? Oppure vuole semplicemente perdere tempo su Facebook guardando qualcosa di divertente o spettacolare? 

Google parla di video micro-moments, individuandone 4:

  • want-to-watch: video di entertainment
  • want-to-know: video informativi
  • want-to-do: video di how-to
  • want-to-buy: video di prodotto

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Non esiste, quindi, la formula del video perfetto. Piuttosto, dovremo essere in grado di servire all’utente il video giusto al momento giusto: potrebbe trattarsi di un classico spot emozionale, di una web-series, di un documentario, di un video how-to, persino di una GIF.

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Andrea Ciulu

28 febbraio 2017



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Andrea Ciulu

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Andrea Ciulu

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